Una sola data per un solo nominale, a limitatissima tiratura!
Le prime emissioni monetali del Regno d’Italia hanno una storia articolata e complessa che le rende particolarmente interessanti. Dopo cinque mesi esatti dalla proclamazione dell’Unità, il Regio Decreto 123 del 17 luglio 1861 diede corso legale alla lira italiana nei territori del nuovo stato, entrando in circolazione assieme alle monete “battute dai cessati Governi delle varie Provincie d’Italia“.
Questa situazione si protrasse fino al 24 agosto 1862, quando la Legge sull’unificazione del sistema monetario (n. 788) stabilì che la lira diventasse l’unica moneta ufficiale del paese, fissandone le caratteristiche intrinseche (titolo di fino, peso, diametro), tipi e leggende ed avviando allo stesso tempo il “ritiro e cambio di tutte le monete […] di conio italiano a sistema diverso da quello stabilito nella presente legge“. Per quanto riguarda l’oro, i nominali d’oro previsti dalla nuova legge erano il 100, 50, 20, 10 e 5 lire.
Nel corso del regno di Vittorio Emanuele II, il marengo da 20 lire fu praticamente emesso per ciascun anno di regno, dal 1861 al 1878. Gli altri tagli invece fecero solo sporadica apparizione in alcune annate, fino al caso emblematico del taglio da 50 lire, emesso unicamente nel 1864. Sebbene il tondello riporti questa data, solo pochissimi pezzi furono effettivamente coniati in quell’anno.
Regno d’Italia
Vittorio Emanuele II, 50 lire 1864.
Oro 900/°°°. Diametro mm. 27,5. Peso gr. 16,12.
Contorno rigato. Zecca: Torino.
Tiratura: 103 pezzi.
D VITTORIO EMANUELE II, testa nuda a sinistra. Sotto il collo, FERRARIS e 1864.
R/ REGNO D’ITALIA, stemma Savoia coronato ed insignito del Collare dell’Annunziata
tra due rami di lauro. In basso L. 50 con ai lati T (Torino) e BN (Banca Nazionale) in monogramma.
Riferimenti e Bibliografia:
CNI 54. Gigante 4. Montenegro 129. Nomisma 846. Pagani 454.
Nel 1865 il Regno d’Italia diede avvio assieme a Francia, Belgio e Svizzera all’Unione Monetaria Latina (1865-1927), a cui in seguito aderirono anche Spagna e Grecia (1868), Romania, Austria-Ungheria, Bulgaria, Venezuela, Serbia, Montenegro e San Marino (1889). Altri stati ancora, tra cui quello Pontificio, usarono lo stesso standard monetario dell’Unione, pur senza aderirvi ufficialmente.
Le monete emesse dai paesi aderenti all’Unione avevano le medesime caratteristiche instrinseche, il cui fine era quello di consentirne la libera ed indistinta circolazione sul territorio degli stati membri, con agevolazione ed a beneficio delle loro economie.
È possibile ipotizzare che fu dovuto a questa adesione se nel 1867 furono prodotti i complessivi 103 pezzi del 50 lire 1864, che potevano così rappresentare ufficialmente il nominale italiano nel sistema delle coniazioni dell’Unione.
Tenuto conto delle dispersioni e dei pezzi andati fusi, alcuni dalla stessa zecca di Torino, si stima che attualmente gli esemplari esistenti del 50 lire 1864 sommano a circa una dozzina di pezzi. È per questa ragione che quando un esemplare di questo ambitissima moneta, i cui conii furono realizzati da Giuseppe Ferraris, compare sul mercato, accende l’entusiasmo dei collezionisti.
Vogliamo qui ricordare:
– i 350.000 dollari più diritti realizzati per un esemplare FDC messo all’incanto nella The New York Sale del gennaio 2008
– i 400.000 franchi svizzeri più diritti per un altro esemplari FDC comparso nell’asta Genevensis 5/2008
– i 230.000 euro più diritti per un esemplare MS62 in asta MDC 1/2016.
Un esemplare di questa rarissima moneta è presente nel catalogo della nostra Asta 8 e verrà battuto domenica 17 novembre 2024.