Continuiamo la nostra rassegna tematica delle “Virtù delle imperatrici romane“. Lo spunto ci viene offerto oggi da un aureo e da un antoniniano di Erennia Etruscilla (249-251), rispettivamente i lotti 116 e 117 della nostra recentissima Asta 10.
Chi era Erennia Etruscilla
Herennia Cupressenia Etruscilla (questo il suo nome completo) apparteneva ad un’antica famiglia senatoria di origine etrusca o forse sannita ed aveva sposato Traiano Decio, un militare di origine illirica, la cui carriera lo condusse fin al soglio imperiale.
L’impero attraversava allora un’epoca di crisi, segnata dall’anarchia militare e minata da guerre contro le popolazioni germaniche che invadevano i territori dell’impero. Gli stravolgimenti politici erano continui e gli “imperatori soldato” ne furono chi artefice e chi vittima: a Decio spettarono entrambe le parti.
Nel 249 d.C., infatti, in una battaglia nei pressi di Verona, l’esercito di Decio sconfisse quello dell’imperatore Filippo l’Arabo, succedendogli così al trono. Ma appena due anni dopo, nel 251 d.C., combattendo i Goti nella battaglia di Abritto in Mesia, Decio rimase ucciso sul campo, assieme a suo figlio Erennio Etrusco.
Durante il suo regno, Decio aveva tentato di consolidare il suo potere attraverso un’accorta politica dinastica e pertanto sua moglie godè di ampio prestigio pubblico.
Etruscilla ottenne infatti subito il titolo di Augusta ed i loro due figli, Erennio Etrusco ed Ostiliano, furono elevati al rango di Cesari nel 250 d.C. L’anno successivo, poco prima di Abritto, Decio associò al potere suo figlio Erennio, elevandolo al suo stesso rango di Augusto.
L’aureo e l’antoniniano di Erennia Etruscilla
Passando all’aspetto più specificamente numismatico del nostro post, vediamo che l’aureo e l’antoniniano presentano due ritratti diversi dell’imperatrice.
Il ritratto, diademato e drappeggiato, dell’aureo presenta le seguenti caratteristiche fisionomiche: naso a punta con ampie narici, accentuata distanza tra bocca e naso, mento pronunciato. La pettinatura a bande lisce termina in una treccia che ripiega sulla nuca, rifacendosi ad una moda di età severiana.
Asta 10, Lotto 116, Etruscilla (249-253) Aureo – D/ Busto diademato a dx della moglie di Decio Traiano. “HER ETRUSCILLA AUG”. R/ La Pudicizia, panneggiata e velata, seduta a sx, solleva il velo con la mano dx e tiene con la sx uno scettro trasversale, dritto
L’antoniniano presenta invece un ritratto più idealizzato. Etruscilla indossa un diadema sul capo, il suo busto è drappeggiato e poggia su di un crescente lunare. Anche in questo caso presenta una elaborata pettinatura “a meloncino”, già sfoggiata dalla precedente imperatrice, Otacilia Severa (244-249 d.C.), moglie di Filippo l’Arabo.

Asta 10, Lotto 117, Etruscilla (249-251) moglie di Decio Traiano – Antoniniano – D/ Busto drappeggiato a dx. “HER ETRUSCILLA AUG”. R/ La Pudicizia drappeggiata e velata stante a sx con scettro. “PUDICITIA AUG”, dritto
Il rovescio di entrambe le monete presentano la personificazione della PUDICITIA AUGUSTA, seduta in trono sull’aureo ed in piedi nell’antoniniano. In entrambi i casi la dea si copre il volto con un velo e reca uno scettro nella sua sinistra.

Asta 10, Lotti 116 e 117, Etruscilla (249-253) Aureo e Antoniniano, rovesci
La virtù elogia i costumi morigerati dell’imperatrice, la cui vita coniugale è unicamente tesa alla prosperità della dinastia, tema propagandato dalle emissioni con la FECUNDITAS AUGUSTORUM.
Alla morte di Decio il 1 luglio 251, le truppe proclamarono imperatore Treboniano Gallo, il quale, per legittimare il suo potere, confermò ad Erennia Etruscilla il titolo di Augusta e si associò al trono il figlio Ostiliano, il quale tuttavia morì poco dopo di peste. Di Etruscilla non abbiamo ulteriori notizie che vadano oltre questi anni.
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