Le virtù “auree” delle imperatrici romane

La Concordia

Nel post precedente del nostro Blog abbiamo esaminato l’aureo di Tiberio, assieme al denario dello stesso tipo, ed abbiamo visto come la personificazione allegorica al rovescio sia una celebrazione di Livia, madre dello stesso imperatore e moglie di Augusto.

Un’altra moneta presente nella nostra Asta 10 ci permette di inoltrarci più direttamente nella sfera femminile del potere imperiale, l’aureo di Sabina, che troviamo al lotto 96.

L’Aureo di Sabina

Si tratta dell’aureo coniato a nome dell’imperatrice Sabina, durante il regno di Adriano (117-138), di cui troviamo i nomi di entrambi i coniugi nella leggenda al dritto.

Nomisma Aste, Asta 10, Lotto 96, Sabina (86-136) Aureo, fronte

Asta 10, Lotto 96, Sabina (86-136) Aureo, – D/ Busto a dx diademato della moglie di Adriano. “SABINA AUGUSTA-HADRIANI AUG”. R/ La Concordia seduta a sx con patera e scettro. “CONCORDIA-AUG”. – C. 1429 AU (g 7,05), dritto

Il ritratto, psicologicamente realistico, di Sabina presenta un’elaborata acconciatura, che si increspa alta su di una “stephane“, una corona di tradizione ellenistica, per ricadere al di sotto in una bella treccia. Il busto è drappeggiato sulle spalle.

Il diadema che cinge il capo dell’Augusta è, nella sua semplicità, un aulico richiamo alla moda grecizzante dettata dallo stesso Adriano. L’imperatore, cultore di arte e filosofia greca, aveva vissuto in gioventù ad Atene, dove aveva ricoperto importanti cariche. Durante il suo regno viaggiò spesso nei territori greci e col suo appassionato filellenismo contribuì all’inclusione delle diverse culture che animavano l’impero.

Al rovescio di questo prezioso aureo troviamo la Concordia Augusta, seduta su di un trono con alto schienale, che regge nella sua destra una patera, ovvero una coppa sacrificale, ed uno scettro nella sinistra.

Nomisma Aste, Asta 10, Lotto 96, Sabina (86-136) Aureo, rovescio

Asta 10, Lotto 96, Sabina (86-136) Aureo, – D/ Busto a dx diademato della moglie di Adriano. “SABINA AUGUSTA-HADRIANI AUG”. R/ La Concordia seduta a sx con patera e scettro. “CONCORDIA-AUG”. – C. 1429 AU (g 7,05), rovescio

Divinità personificante in origine l’unione politica ed anche l’affetto dei parenti e soprattutto dei coniugi, la Concordia Augusta simboleggiò durante l’età imperiale la pace domestica della Casa Imperiale, assommando i due caratteri, pubblico e privato, della divinità. È per questa ragione che la divinità si trova frequentemente raffigurata sulle monete delle Auguste.

Ovviamente, un conto è la propaganda imperiale, ufficializzata nella monetazione, ed altra la realtà… Non stiamo qui a rimpastare la disastrosa vita coniugale tra Sabina ed Adriano, a tratti soltanto platonica, ma in gran parte priva di amore e traboccante di reciproco disprezzo. Entrambi i coniugi colmarono il vuoto con relazioni extraconiugali, anche se è il solo Adriano ad essere stato eternato dalla storia per il suo amore per il giovane Antinoo.

Qualunque fosse in privato il rapporto tra l’imperatore e sua moglie, Sabina godeva in pubblico del rango e degli onori che le spettavano. Nel 128 d.C. le fu concesso il titolo di Augusta e da allora essa venne regolarmente effigiata in moneta. In effetti, si stima che la sua monetazione abbia avuto più emissioni di quella di qualsiasi altra imperatrice precedente, con un’ampia gamma di ritratti.

È opportuno capire meglio le ragioni per cui la produzione monetaria a nome di Sabina fu così significativa. Sabina era figlia di Matidia, nipote di Traiano, con la quale lui e sua moglie Plotina erano molto legati. Fu grazie all’influenza di Plotina che Traiano acconsentì al matrimonio di Adriano con Sabina; la stessa imperatrice favorì in seguito anche l’adozione del giovane da parte del marito, atto che permise ad Adriano di succedere a Traiano nell’impero.

Si può logicamente sostenere che, dopo la morte di Matidia e Plotina, avvenute rispettivamente nel 119 e nel 122 d.C., la costante ed abbondante emissione di monete con l’immagine di sua moglie Sabina sia stato un’efficace promemoria visivo del legame di appartenenza di Adriano al suo predecessore e, pertanto, una dimostrazione documentale della legittimità del suo potere.

E così se la Concordia Augusta fu carente nella sfera coniugale, fu certamente una virtù d’oro che Sabina e, prima di lei, Plotina profusero largamente a favore di Adriano sul piano politico ed istituzionale.

Per approfondire:

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