Mito e prestigi di “Casada” in quattro Oselle di Venezia

Tra i 1447 lotti proposti nella nostra prossima Asta 10 sono presenti quattro oselle di Venezia, due in argento e due in oro, che, commemorando quattro avvenimenti della Serenissima, si intrecciano con la storia di una famiglia patrizia che tanta parte ebbe nelle vicende della Repubblica, i Mocenigo.

L’origine del nome “osella”

Come moneta, la prima osella fu emessa nell’anno 1521 dal doge Antonio Grimani. Essa equivaleva in valore al donativo in uccelli di palude, da qui il nome, che il doge offriva annualmente ai patrizi ed ai più alti ufficiali dello stato veneto.

Nel corso del tempo, le oselle presero a celebrare gli eventi salienti di Venezia, diventandone una sorta di cronistoria metallica.

Le oselle dell’Asta 10

L’8 ottobre 1571 un evento, che, soprattutto per le sue implicazioni ideologiche, assurse a mito, ebbe Venezia come una delle potenze protagoniste: si tratta della memorabile vittoria della flotta cristiana contro quella turca nella battaglia di Lepanto.

La componente veneziana della flotta ebbe un ruolo assolutamente determinante nel conseguimento della vittoria, per cui la Serenissima ne fece da allora un meritato titolo di vanto.

La prima osella che troviamo nel nostro corrente catalogo è proprio quella dell’anno 1571, doge Alvise I Mocenigo (1570-1577), che presenta al dritto il tipo del doge inginocchiato che riceve il vessillo da San Marco.

Asta 10, Lotto 544, VENEZIA Alvise I Mocenigo (1570-1577) Osella 1571 anno II – Mont. 692 AG (g 9,49) RRRR 

Il monetario donativo dogale veniva distribuito nel periodo natalizio, e così, con propizia tempistica, il rovescio celebra subito, a poco più di due mesi dalla battaglia, tutta la vittoriosa portata con una legenda epigrafica, la cui versione dal latino recita: “1571. Anno della grande vittoria navale, [conseguita] per grazia di Dio, contro i turchi”.

Due rose, poste una sopra e una sotto la legenda, nella loro spoglia semplicità, formano lo stemma completo della casata dogale, la quale accresce in questo modo il suo già solido prestigio legandosi all’evento espresso in legenda.

Passano 130 anni esatti da questa emissione e al lotto 549 troviamo l’osella dell’anno 1701, emessa da un doge omonimo della stessa casata, Alvise II Mocenigo (1700-1709). Questo esemplare è coniato in oro con un peso corrispondente a 4 zecchini.

Nomisma Aste, Asta 10, Lotto 549, VENEZIA Alvise II Mocenigo (1700-1709) Osella da 4 Zecchini An. II (1701) - Pao. 352 AU (g 13,77) RRR

Asta 10, Lotto 549, VENEZIA Alvise II Mocenigo (1700-1709) Osella da 4 Zecchini An. II (1701) – Pao. 352 AU (g 13,77) RRR

Il dritto presenta il tipo invariabile; al rovescio troviamo un robusto leone che, stando a quanto dichiara la legenda, dorme con gli occhi aperti.

Prendendo spunto dagli eventi bellici verificatisi quell’anno in Italia, il leone esprime con un’allegoria la neutralità dichiarata da Venezia durante la guerra di successione spagnola.

Così come già nel Quattrocento, i Mocenigo vivono “un secolo da dogi” anche nel Settecento. Saranno ben tre infatti i membri della casata a ricoprire nel corso del XVIII secolo la massima carica della Repubblica.

Al lotto 552 troviamo un altro prestigioso multiplo aureo da 4 zecchini, emesso nel 1722 da Alvise III Sebastiano Mocenigo (1722-1732), nel suo primo anno di dogado.

Nomisma Aste, Asta 10, Lotto 552, VENEZIA Alvise III Mocenigo (1722-1732) Osella da 4 Zecchini Ann. I 1722 - Mont. 2458 AU (g 13,85) RRRRR

Asta 10, Lotto 552, VENEZIA Alvise III Mocenigo (1722-1732) Osella da 4 Zecchini Ann. I 1722 – Mont. 2458 AU (g 13,85) RRRRR

L’emissione presenta al rovescio una studiata composizione di tipi e legenda che formano  sia un manifesto programmatico del nuovo doge quanto una celebrazione della sua famiglia, da qui il titolo del nostro post, “prestigi di casada“.

La Repubblica, citando alcuni versetti del Cantico dei Cantici, chiede di essere nutrita con fiori di sapienza. E chi più dei Mocenigo avrebbe potuto dargliene?! Non a caso, infatti, la personificazione di Venezia stringe nella sua destra un arbusto di rose, con giusto due di quei fiori in cima, sufficienti a rappresentare di nuovo lo stemma della celebre famiglia, come abbiamo visto al rovescio dell’osella lotto 544.

I Mocenigo avranno in seguito ancora un doge, Alvise IV Mocenigo (1763-1778). Il nostro post si chiude però con un’osella emessa nel 1782 da Paolo Renier (1779-1789).

Nomisma Aste, Asta 10, Lotto 558, VENEZIA Paolo Renier (1779-1789) Osella 1782 anno IV - Mont. 3251 AG (g 9,41) R

Asta 10, Lotto 558, VENEZIA Paolo Renier (1779-1789) Osella 1782 anno IV – Mont. 3251 AG (g 9,41) R

La tiara papale con le chiavi decussate tramandano alla posterità, così come recita la concisa legenda, il passaggio per Venezia di papa Pio VI sulla sua via di ritorno da Vienna. Il senato ed il doge, rappresentato dal corno, assieme alla città, gli riservarono onorevole e solenne accoglienza.

In questo modo, uno stato che era stato temibile guerriero, consegnò il suo mito alla storia con un secolo di feste galanti e sontuosi ricevimenti.

Per approfondire:

My Agile Privacy

Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. 

Puoi accettare, rifiutare o personalizzare i cookie premendo i pulsanti desiderati. 

Chiudendo questa informativa continuerai senza accettare. 


Questo sito è conforme alla Legge sulla Protezione dei Dati (LPD), Legge Federale Svizzera del 25 settembre 2020, e al GDPR, Regolamento UE 2016/679, relativi alla protezione dei dati personali nonché alla libera circolazione di tali dati.