Il catalogo della corrente Asta 8 propone numerose e pregevolissime monete rinascimentali con ritratti dei sovrani dell’epoca alcuni dei quali con copricapi dell’epoca.
Lotto 457 MILANO Francesco I Sforza (1450-1466) Ducato
Un rilevante nucleo è costituito dalle emissioni sforzesche. I ritratti di Francesco Sforza, Galeazzo Maria, Gian Galeazzo Maria e Ludovico Maria, formano la completa galleria monetale di ritratti dei duchi di Milano.

Lotto 459 MILANO Galeazzo Maria Sforza (1466-1476) Ducato
Lotto 460 MILANO Galeazzo Maria Sforza (1466-1476) Testone
Lotto 458 MILANO Galeazzo Maria Sforza (1466-1476) Doppio ducato
I tre nominali di Galeazzo Maria presentano quasi una ripresa fotografica in sequenza del ritratto del duca: ravvicinato (lotto 459), a media distanza (lotto 460) ed in lontananza (lotto 458). In tutti e tre questi ritratti i capelli sono lunghi, ma nei primi due scendono arricciati, mentre nel doppio ducato sono lisci ondeggiati.
Questo doppio ducato, infine, costituisce sicuramente l’apice di questo nucleo di monete offerte all’incanto. I ritratti di Gian Galeazzo Maria e del reggente Ludovico, soprannominato il Moro, zio paterno del piccolo orfano di Galeazzo Maria, richiamano subito alla mente le capigliature di alcuni personaggi dipinti da Leonardo da Vinci, protagonista indiscusso presso la corte di Ludovico il Moro.
L’arte di Leonardo ebbe ampia diffusione e questi ritratti monetali ne sono chiaramente un immediato punto di contatto.
I berretti nelle monete rinascimentali
Se i duchi di Milano esibiscono i loro fluenti capelli, altri potenti signori del Rinascimento ostentano invece, in anni successivi, anche le più disparate forme di berretto, da cui abbiamo tratto spunto per il titolo di questo post, adattando ad hoc l’espressione “tanto di cappello”.

MANTOVA Francesco II Gonzaga (1484-1519) Mezzo testone
Sbarbati, capelli lunghi e berretto: era così che ci si “omologava” nel primo Cinquecento! Meno formale solo Francesco II Gonzaga, con la barbetta.
Riferimenti contemporanei a parte, questo modo di presentarsi avrà forse avuto anche un significato più profondo della sola moda e toccherà al fine collezionista andarli a ricercare ed approfondire.
Ritratti papali nel rinascimento
Ed il papa invece? A differenza dei signori laici, il pontefice è costretto a mostrare la nuda tonsura.
Lotto 620 Giulio II (1503-1513) Doppio fiorino da camera
L’espressione “tanto di cappello” deriva dal gesto, ormai desueto, di togliersi o toccarsi il cappello in segno di rispetto, esprimendo al contempo ammirazione. Non trovate anche voi che queste monete meritino altrettanto? Per cui… Tanto di berretto!